Linfonodo Sentinella

                 

Nel corso degli ultimi 20 anni, l’identificazione di lesioni mammarie ad uno
stato sempre più precoce ha permesso l’evoluzione della chirurgia del seno da demolitiva a conservativa.
Nel trattamento chirurgico dei tumori della mammella, lo studio bioptico del linfonodo sentinella è diventato uno standard internazionale e consente di procedere alla rimozione dei linfonodi ascellari solo quando è veramente necessario. Questo permette di evitare la comparsa di effetti collaterali tra i quali il linfedema dell’arto superiore omolaterale alla mammella operata. La metodica della biopsia del linfonodo sentinella ha dimostrato di essere una procedura sicura e accurata in grado di predire con precisione lo stato dei linfonodi ascellari. I risultati di uno Studio Internazionale dimostrano che, dopo 5 anni dall’operazione, le pazienti trattate con questa tecnica presentano una percentuale di guarigione clinica pari al 98%, analoga o addirittura migliore rispetto a quella delle donne sottoposte a rimozione dei linfonodi ascellari.

                                         

 

Il carcinoma mammario si diffonde attraverso il sistema linfatico seguendo un percorso ordinato e progressivo, interessando in primo luogo i linfonodi più esterni all’ascella. La positività del cosiddetto linfonodo sentinella è
dunque il segnale di un coinvolgimento ascellare, mentre la sua negatività indica l’assenza di malattia nella regione ascellare.

Il giorno precedente l’intervento, una piccola quantità di tracciante radioattivo viene iniettata al di sotto del derma o all’interno del parenchima vicino alla neoformazione. Il tracciante migrando nei capillari linfatici raggiunge e viene intrappolato dal primo linfonodo (sentinella). Sia il tumore che il linfonodo sono visibili alla scintigrafia già dopo 30 minuti dall’inoculo.
Al momento del l’intervento, l’identificazione e l’asportazione del linfonodo
sentinella avviene mediante l’utilizzo di un rilevatore dei segnali
radioattivi in grado di captare quelli emessi dal linfonodo e tradurli
in un segnale acustico e in una scala numerica evidenziata sul display
digitale dello strumento di captazione.  In questo modo il chirurgo è in grado
di individuare con precisione la proiezione cutanea della lesione e procedere ad una piccola incisione cutanea. Durante l’intervento la sonda viene utilizzata per verificare con precisione la posizione del linfonodo sentinella e guidarne il suo isolamento.
Il linfonodo che risulta più radioattivo è quello Sentinella e viene rimosso ed inviato all’Esame Istologico Estemporaneo che valuterà la sua eventuale positività mentre il chirurgo procede alla quadrantectomia. Solo in caso di positività del linfonodo si procederà anche allo svuotamento del cavo ascellare.

Questa procedura rappresenta un importante progresso nella stadiazione ascellare per il trattamento chirurgico del carcinoma mammario, risparmiando per molte pazienti la dissezione ascellare.